L’illegale meccanico.

Ieri mattina, Chi qui scrive si è svegliato, come tutte le mattine, si spera, ma eri mattina egli ha, come prima cosa, regolato il suo orologio, ruotando a mano le lancette.
Ogni volta che cambia l’ora (per carità, aboliamo l’ora legale), Chi qui scrive si rammenta quanto sia importante possedere strumenti meccanici, analogici, cioè (di)sconnessi, cioè quelli su cui si ha il totale controllo: orologi, libri stampati, denaro contante etc.
Ieri mattina, tutti gli orologi connessi a internet sono stati regolati da remoto. Ora (sic), anche un e-book potrebbe essere modificato da remoto, tipo: si cancella un nome o una frase, senza che il proprietario se ne accorga. Stessa procedura con il denaro: da remoto possono bloccare un conto, o effettuate un prelievo, senza possibilità di rifiuto.
Non si possiede mai integralmente ciò che è collegato alla rete, o dipende da ciò che è collegato in rete.
Un libro stampato, io lo posseggo e il suo testo resterà tale per sempre (o quasi), ma finché materialmente esiste, nessuno potrà manometterlo da remoto, per motivi ideologici, politici, sociali etc.
Così il mio orologio meccanico: che sia meccanico o al quarzo, se è sconnesso, è mio e nessuno, tranne me, può e potrà cambiare l’ora.
Sì a camminare su strade sconnesse. Sì a uno stile di vita a trazione integrale, per adattarci al terreno.
Per inciso, non sarebbe male abolire l’ora legale, perché è una imposizione che pretende di alterare i ritmi del tempo, delle stagioni, della luce. L’ora solare, pur con tutte le convenzioni per uniformarla, va bene, tuttavia mantiene comunque un riferimento nella realtà, nasce dall’osservazione, il corso del sole, così come la nascita e i cicli dell’agricoltura. L’ora legale è, al contrario, l’idea che il legale si imponga sul solare, cioè sul naturale, che la realtà sia quella percepita, che mezzogiorno sia all’una, perché lo preferiamo, ci fa più comodo, ci piace di più così.
Conserviamo e manuteniamo con cura oggetti e strumenti che funzionano senza connessione ad alcunché.