Lettera aperta del BMJ a Mark Zuckerberg


A cura di Marina Lanza

Come l’anno scorso a Roma, anche quest’anno a Bali, in occasione del G20, s’è ribadito, stilato e fatto controfirmare dai 20 capi degli stati più industrializzati al mondo, ciò che chiamano “l’importanza di contrastare le campagne di disinformazione”.
Sembra che ci tengano davvero molto.
Già, ma… cos’è considerata “disinformazione” in quell’ambito?
Presto detto.

La lettera aperta che segue, dal British Medical Journal a Meta, ne è un esempio focale, che potrebbe servire da documento storico, uno di quelli da far ritrovare nei libri di scuola, in futuro.
Sempre sperando in un futuro al di fuori di questo delirio.

No, non c’è nulla di nuovo ed è tutto molto, molto, allarmante.
Si potrà cogliere di come il Ministero della Verità di Meta, trovato un certo documento discordante dalle sue linee guida e, quindi, “scomodo”, operi una censura cieca e aggressiva, indipendentemente dall’autorevolezza della fonte.

Nella lettera, il BMJ riporta il testo delle giustificazioni di Meta per l’oscuramento del suo pezzo: da notare di come il censore rimanga vago, senza argomentazioni, specifiche dell’errore o indicazioni per poter ripubblicare con un’errata corrige.
E’ la tecnica per immobilizzare l’utente ed essere inattaccabile.
Soprattutto, è rilevante di come, in seguito, il Meta Ministero abbia sminuito l’autorevolezza della testata storica (già di per sé riferimento ufficiale di veridicità, nel mondo medico-scientifico), affibbiandole la qualifica di news blog
Quindi, sbagliando, sapendo di sbagliare e sapendo che nessuno, mai, potrà costringerlo a rettificare quell’errore.

Puro esercizio di potere.

Oltretutto, tale Ministero della Verità e compari di merende, sono riusciti a far passare un fatto gravissimo, come quello riportato dal BMJ (lo leggerete in seguito) sotto totale silenzio mediatico, senza alcuna risonanza da parte dei media a larga diffusione e il mutismo assoluto da parte della stessa comunità medico-scientifica.
Intanto, le richieste della redazione del BMJ sono chiare e legittime, perfino riferite a una presunta buona fede di Zuck ma, finora, non hanno ottenuto risposta.

Speriamo, almeno, che questo documento riesca ad avere la rilevanza e la diffusione che si merita.
Buona lettura.

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NB. Dall’uscita di questa lettera è passato un anno e nulla è cambiato, anzi: sia la censura massiva che le campagne di promozione di certi farmaci proseguono senza intoppi. Adesso, con una consapevolezza maggiore – dovuta anche a un anno in più di registrazione di effetti avversi gravi e di impennate anomale concomitanti di  malattie gravi e di morti per malore – è ora di rimetterlo in circolazione, perché non si tratta solo di un’informazione autorevole occultata da un manipolo di ragazzini ignoranti, ma della messa a rischio della salute e della vita di tutti noi e dei nostri cari.

Art. 21 della Costituzione Italiana.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure
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Foto dal web

Dal sito ufficiale del British Medical Journal.

Lettera aperta del BMJ a Mark Zuckerberg

Caro Mark Zuckerberg,

Siamo Fiona Godlee e Kamran Abbasi, redattori di The BMJ, una delle riviste di medicina generale più antiche e influenti al mondo. Stiamo scrivendo per sollevare serie preoccupazioni riguardo al “controllo dei fatti” intrapreso da fornitori di terze parti per conto di Facebook/Meta.

A settembre, un ex dipendente di Ventavia, una società di ricerca a contratto che aiuta a svolgere la principale sperimentazione del vaccino Pfizer Covid-19, ha iniziato a fornire al BMJ dozzine di documenti aziendali interni, foto, registrazioni audio ed e-mail. Questi materiali hanno rivelato una serie di cattive pratiche di ricerca sulla sperimentazione clinica che si verificano presso Ventavia che potrebbero avere un impatto sull’integrità dei dati e sulla sicurezza del paziente. Abbiamo anche scoperto che, nonostante abbia ricevuto un reclamo diretto su questi problemi più di un anno fa, la FDA non abbia ispezionato i siti di sperimentazione di Ventavia.

Il BMJ ha incaricato un giornalista investigativo di scrivere la storia per la nostra testata. L’articolo è stato pubblicato il 2 novembre, a seguito di revisione legale, peer review esterna e soggetto alla consueta supervisione e revisione editoriale di alto livello del BMJ.[1]

Ma dal 10 novembre, i lettori hanno iniziato a segnalare una serie di problemi durante il tentativo di condividere il nostro articolo. Alcuni hanno riferito di non essere in grado di condividerlo. Molti altri hanno segnalato di avere i loro post contrassegnati con un avviso su “Contesto mancante … I verificatori di fatti indipendenti affermano che queste informazioni potrebbero fuorviare le persone”. Coloro che hanno cercato di pubblicare l’articolo sono anche stati informati da Facebook che le persone che condividono ripetutamente “informazioni false” potrebbero vedere i loro post spostati più in basso nel feed delle notizie di Facebook. Gli amministratori del gruppo in cui è stato condiviso l’articolo hanno ricevuto messaggi da Facebook che li informavano che tali post erano “parzialmente falsi”.

I lettori sono stati indirizzati a un “controllo dei fatti” eseguito da un appaltatore di Facebook chiamato Lead Stories.[2]

Riteniamo che la “verifica dei fatti” eseguita da Lead Stories sia imprecisa, incompetente e irresponsabile.

— Non fornisce alcuna affermazione di fatto secondo cui l’articolo del BMJ abbia sbagliato.

— Ha un titolo privo di senso: “Verifica dei fatti: il British Medical Journal NON ha rivelato rapporti squalificanti, dove sono state ignorate le carenze nei test del vaccino Pfizer COVID-19”.

— Il primo paragrafo etichetta erroneamente The BMJ un “news blog”.

— Contiene uno screenshot del nostro articolo con sopra un timbro che indica “Flaws Reviewed”, nonostante l’articolo Lead Stories non identifichi nulla di falso, o non vero, nell’articolo del BMJ.

— Ha pubblicato la storia sul suo sito web sotto un URL che contiene la frase “hoax-alert” (trad. “allerta bufala”).

Abbiamo contattato Lead Stories, ma si rifiutano di cambiare qualsiasi cosa sul loro articolo o sulle azioni che hanno portato Facebook a segnalare il nostro articolo.

Abbiamo anche contattato direttamente Facebook, chiedendo l’immediata rimozione dell’etichetta di “verifica dei fatti” e di qualsiasi collegamento all’articolo delle Lead Stories, consentendo così ai nostri lettori di condividere liberamente l’articolo sulla vostra piattaforma.

C’è anche una preoccupazione più ampia che desideriamo sollevare. Siamo consapevoli che il BMJ non è l’unico fornitore di informazioni di alta qualità ad essere stato colpito dall’incompetenza del regime di controllo dei fatti di Meta. Per fare un altro esempio, segnaliamo il trattamento da parte di Instagram (anch’esso di proprietà di Meta) di Cochrane, il fornitore internazionale di revisioni sistematiche di alta qualità delle prove mediche.[3] 
Piuttosto che investire una parte dei sostanziali profitti di Meta per contribuire a garantire l’accuratezza delle informazioni mediche condivise attraverso i social media, apparentemente hai delegato la responsabilità a persone incompetenti nello svolgimento di questo compito cruciale. Il controllo dei fatti è stato un punto fermo del buon giornalismo per decenni. Quello che è successo in questo caso dovrebbe preoccupare chiunque apprezzi e faccia affidamento su fonti come The BMJ.

Ci auguriamo che agisca rapidamente: in particolare per correggere l’errore relativo all’articolo del BMJ e per rivedere i processi che hanno portato all’errore e, in generale, per riconsiderare il tuo investimento e l’approccio al controllo dei fatti in generale.

Auguri,

Fiona Godlee, caporedattore
Kamran Abbasi, caporedattore in entrata
The BMJ

Conflitto di interessi:
in qualità di redattori capo attuali e futuri, siamo responsabili di tutto ciò che il BMJ contiene.

[1] Thacker PD. Covid-19: il ricercatore rivela i problemi di integrità dei dati nella sperimentazione del vaccino di Pfizer. BMJ. 2 novembre 2021; 375: n2635. doi: 10.1136/bmj.n2635. PMID: 34728500. https://www.bmj.com/content/375/bmj.n2635

2] Miller D. Fact Check: il British Medical Journal NON ha rivelato rapporti squalificanti e ignorati di difetti nelle prove del vaccino Pfizer COVID-19. 10 novembre 2021. ​​https ://leadstories.com/hoax-alert/2021/11/fact-check-british-medical-jo…

[3] https://twitter.com/cochranecollab/status/1458439812357185536

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