La Meloni vs la Costituzione

Di Marina Lanza

Giorgia Meloni, con la lista dei Ministri dopo la Consultazione con Mattarella.
Foto istituzionale del Governo nel giorno del Giuramento.
Cerimonia della Campanella, il passaggio della carica, da Draghi a Meloni.

Nel programma della Meloni c’è una modifica della Costituzione affinché il Presidente del Consiglio possa avvalersi di poteri “Presidenziali” come gli altri Premier europei.

Ci avevano già provato Renzi e Salvini.

Però.
Il 31 gennaio 2020, poco dopo la dichiarazione di Mario Draghi a Davos di “distruzione creativa – a qualunque costo”, Conte è riuscito ad accentrare i poteri su di sé, con lo Stato d’Emergenza Sanitario preventivo (che non esiste, è illegale), prorogato per ben 2 mandati e ben oltre i limiti concessi dalla Costituzione (qualora fosse stato uno Stato d’Emergenza bellico, legale). In seguito, è stato trasferito a (toh!) Draghi stesso, che s’è pure inventato lo Stato d’Eccezione (pure questo inesistente in Costituzione, altrettanto illegale… nel corso del quale, ci hanno pure ri-votato Pazzarella), seguito da uno Stato d’Emergenza Siccità (devo ripetermi?), con commissario e il resto, fino a fine dicembre, anche se piove, tutt’ora in corso. E tutti muti, subire.

Nel frattempo, s’è pure testato con il Ministro Cingolani il cambio a tavolino di alcuni articoli della Costituzione, tra questi perfino dell’art.9, quando i primi 12 articoli sono INALIENABILI, ovvero, che niente li può modificare, nemmeno il voto popolare, che può essere estorto. Qualcuno ha fatto una piega? Un plissé?

Quindi, adesso, via libera: Giorgia Meloni può procedere senza nemmeno un referendum e il rischio della figura di palta di Renzie.
Intanto, il 24 settembre, il giorno prima delle elezioni che ci hanno portato a questo Governo, Draghi s’è pure preso avanti, attribuendo i superpoteri al Presidente del Consiglio (al tempo, se stesso) – altra azione non consentita, dato che si parla di un’ulteriore modifica alla Costituzione. Qualcuno ha mosso un dito? Zero.
Vedremo.

Ora che “i migliori” se ne sono andati, si torna a parlare di “governabilità” (e s’è visto bene come sia usata) solo che, a differenza degli altri Premier europei, il nostro Capo del Governo NON ha elezione diretta dal popolo.
È “nominato”. Chissà da chi, realmente.

Premesso che la Meloni non è nel giro degli “ammaestrati” – come Trudeau, Sanna Marin, Macron – quindi, ahimé, il suo patriottismo e la sua carica avranno vita breve

A chi sta preparando il buffet?

PS Gira la voce “Aspen Institute”. E ci sta.

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