Il Caso Ilaria Capua

Fonte, L’Espresso.
Tramite Corvelva.

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Il business segreto della vendita dei virus che coinvolge aziende e trafficanti. Ceppi di aviaria spediti in Italia per posta. Accordi tra scienziati e aziende. L’inchiesta segreta dei Nas e della procura di Roma ipotizza un vero e proprio traffico illegale. E nel registro degli indagati c’è un nome eccellente: quello di Ilaria Capua, virologa di fama e deputato. Che respinge le accuse.

In questi giorni si susseguono le iniziative di denuncia e protesta contro la creazione dei biolaboratori in Italia e pur non avendo potuto presenziare alla pregevole manifestazione di Pesaro del primo maggio, ci auguriamo che iniziative simili prendano sempre più piede al fine di porre ancora più attenzione su un tema poco conosciuto ai più. Vogliamo però cercare di contestualizzare la situazione riguardo alla biosicurezza, per tentare assieme a voi di guardare da più lontano un fenomeno che se ben analizzato lascia abbastanza sgomenti.

Era il 2014 quando il settimanale L’Espresso pubblicò un’esplosiva inchiesta dal titolo Trafficanti di Virus dove emergeva, citiamo, “un traffico internazionale di virus, scambiati da ricercatori senza scrupoli e dirigenti di industrie farmaceutiche: tutti pronti ad accumulare soldi e fama grazie alla paura delle epidemie.” Già, pre-Covid19…

L’indagine svelò il retroscena dell’emergenza sanitaria provocata dall’aviaria in Italia, scoprendo che i ceppi delle malattie più contagiose per gli animali e, in alcuni casi, persino per gli uomini viaggiavano da un
Paese all’altro, senza precauzioni e senza autorizzazioni, al fine di impadronirsi degli agenti patogeni prima di altri e sviluppare vaccini, battendo la concorrenza.

Lo diciamo subito, tra i nomi eccellenti finiti nel mirino degli inquirenti c’era anche Ilaria Capua ma venne prosciolta dalle imputazioni di associazione a delinquere, epidemia e tentata epidemia. Va notato che quando era indagata era già parlamentare di Scelta Civica, partito di Mario Monti e Gualtiero Ricciardi e che come avvocato aveva l’illustre Giulia Bongiorno, Ministro della Repubblica con il governo Conte e avvocato difensore di Giulio Andreotti e di Sollecito, per citarne alcuni.

Va anche aggiunto che la Capua querelò il settimanale l’Espresso per diffamazione dopo quell’articolo, ma perse e secondo il giudice il contenuto dell’articolo era una “fedele ricostruzione dei fatti”, nel “concreto interesse della collettività a conoscere una questione ad alto impatto sociale”. Per capirsi meglio, L’Espresso vinse la causa pur scrivendo che Ilaria Capua aveva, citiamo, una “esplicita condotta corruttiva” (citando a loro volta documenti dei Nas ndr).

Per ancor meglio comprendere il fenomeno e la gravità di ciò che accade nel mondo, vi citiamo un altro stralcio dell’articolo:

“Le intercettazioni telefoniche dei Nas di Bologna e Roma sono definite allarmanti: secondo gli investigatori c’è stato il serio rischio di diffondere le epidemie. Oltre ai plichi consegnati a domicilio con il virus
congelato in cubetti di ghiaccio, c’erano altri sistemi di contrabbando. Fra i metodi per importare in Italia agenti patogeni, c’era anche quello di nascondere le provette fra i capi di abbigliamento sistemati in valigia:
in questo modo, spiegano, «sembrano i kit dei piccolo chimico» e non destano sospetti in caso di controlli. Il manager rivela inoltre che i virus non sono stati fatti entrare illegalmente solo in Italia, ma anche
in Francia per la realizzazione di vaccini.”

Vi esortiamo a leggere l’articolo e di approfondire il tema, siamo certi che al termine avrete anche voi la sensazione di vivere in un biolaboratorio a cielo aperto.

P.S. qua citiamo un caso italiano del 2014, ma abbiamo casi sparsi nel mondo anche successivi e questo denota una prassi per nulla sporadica.

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