Patrimoniale e patriarcato

paoloceccato_

Foto dal web.

Patriarcato deriva da pater. Anche patrimoniale deriva da pater.
Dominio l’uno; compito, poi beni, l’altro, del padre. Stessa radice, stesse radici.
Dunque, la patrimoniale è, a tutti gli effetti etimologici, patriarcato.
Perché, dunque, non invocare una “matrimoniale”, da mater, “compito della madre”, che, pur restando nell’ambito frusto della famiglia binaria tradizionale, è comunque un cambio di genere, si appella infatti alle donne, appunto, e quel che ieri era al maschile, ora diventa tutto affar loro.
Ecco, allora, la (modesta) proposta: dal patrimonio al matrimonio, una “imposta sul matrimonio”, al posto di “imposto dal matrimonio”. Che non si può sentire. Niente male, la tassa matrimoniale; niente male affatto come idea, anche se male, vista la crescente anglofilia, precipita anch’esso nella questione di genere, patriomaschile (sic), cosicché volgiamoci a una più inclusiva trinità: bene, male e female. E senza battute triviali, please.
Matrimonio e matrimoniale, sotto forma di tassare il grande capitale
matrimoniale, cioè gli immobili, perché, sì, con gli anni, il matrimonio tende davvero e inesorabilmente a diventare sempre più immobile, casa e divano, ciascuno con i propri pensieri e, in quanto immobile, il matrimonio non genera più reddito, così come afferma un antico adagio: tra moglie e marito non metterci il reddito.
E dunque, sì, la tassa matrimoniale come vera tassa sugli immobili, sui
sedentari, inevitabilmente sovrappeso, una tassa che smuove il matrimonio a investire altrove, nel mobiliare, nel titolo mobiliare, versione on the road del titolo nobiliare, nel senso che col primo sei in mezzo a una strada.
Niente paura, noi comunque tassiamo quel che c’è ed è rimasto, niente sconti che, a differenza dei conti, non tornano mai, e dunque si tassino anche le scarpe, da cui “fare le scarpe” a qualcuno, cioè, appunto, gettarlo in mezzo a una strada, dove senza scarpe, quanta strada vuoi fare?
Ecco, con la matrimoniale tutto torna, nel vero senso della parola.
Un forno di idee, la tassa matrimoniale.
– Ma non si dice pozzo?
– No, quello è prosciugato, non ci fare conto.
E questo era quanto.

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