3,14. Storia vera di una camera.

“Io ce l’ho. Fatta, intendo. Mi è costato soldi, è vero. Ma alla fine ho una casa green che più green non si può. Davvero: cappotto esterno super e quindi infissi tra i migliori in commercio. Risultato: un isolamento e un “efficientamento energetico” (sic) che scansate proprio: totale e indefettibile. D’inverno, la casa si scalda in un attimo e d’estate resta bella fresca, protetta dal cappotto e dalle vetrocamere degli infissi.
Pefetto, come direbbe il Brad.
Poi, un giorno, sul muro: che cos’è? una piccola ombra. Piccola, eh, quasi invisibile. Niente, niente, una passata di candeggina e via, sparisce tutto.
No, dopo un po’ torna e si allarga, mica puoi controllare ogni giorno il muro. Poca roba, sì, ma, accidenti, è muffa, uffa, si chiama così; sì, vabbé, ma davvero niente di che. Dai, avanti.
Però, poi ci si mette un carattere un po’ compulsivo, lo ammetto. Chiamo un amico, lui è un esperto, uno che se ne intende. Infatti, arriva, guarda e mi dice: “Ma va là, la muffa tu non sai proprio che cos’è, questo è niente, una chiazza più grigia che nera, via, dai, non farmi perdere tempo, straccio, candeggina, areare dopo, e stai tranquillo. Se proiprio vuoi, facciamo così, visto che mi hai fatto venire qua, ci beviamo un caffè e ti lascio uno strumento che rileva la qualità dell’aria indoor. Una settimana, poi me lo riporti e analizzo i dati, va bene?
Eccome no, benissimo, però niente caffè, io bevo tè, favorisci?
La sera mi infilo nel letto e osservo il puntino verde sulla cassapanca là, sull’angolo in fondo. È bello e rassicurante, so che vigilerà sul mio sonno, registrando la salubrità dell’ambiente. ‘Notte.
Al mattino mi alzo, tiro su ossa e persiane e controllo curioso il monitor che c’ha un numerone: 2300 ppm CO2. Stropiccio gli occhi, si dice così, e rileggo: 2300 ppm CO2. Reflusso di chimica di liceo: biossido di carbonio, meglio noto come anidride carbonica, duemila e più parti per milione, in camera da letto, praticamente una camera a gas. Mi volto e guardo la porta d’ingresso della camera: è aperta, peggio ancora, dunque. Rimugino: è la CO2 a far prosperare la muffa? Lezioni di botanica non pervenute.No,boh.
Ad azione sequa reazione uguale e contraria. Spalanco le finestre, esco dalla camera e chiudo la porta. Colazione, intanto una lama di freddo mi corre tra i piedi, ignoro il fatto. Dopo un po’, rientro in camera da letto e vado a guardare il monitor dello strumento: meno di 500 ppm di CO2. La stanza è vicina al punto di congelamento, ma la CO2 si è abbattuta.
Che fare?
L’amico paziente consiglia la ventilazione meccanica controllata (VMC), ovvero l’installazione di un apparecchio a parete, simile a un climatizzatore, per intenderci, che, attraverso la foratura di muro e cappotto, due fori, preleva l’aria dall’ambiente esterno e la insuffla all’interno della camera, mentre, al contempo, espelle l’aria inquinata dall’interno all’esterno.
“In pratica”, vien da sé, “devo riprodurre gli spifferi della vecchia finestra, con la differenza, non marginale, che mi costa molto di più”.
Mi pento subito, indeciso se la persona che ho davanti è un mio ospite oppure un venditore. Opto per il primo, e non si fa. Ma un sorriso di risposta mi incoraggia, “Dunque – proseguo- ricapitolando: ho speso un mucchio di soldi per il cappotto esterno di isolamento termico e altri soldi per gli infissi ad alta efficienza energetica; ho trasformato la casa in un gioiello di tecnologia green e ora devo spendere altri soldi per ripristinare gli spifferi eliminati e lo scambio d’aria interno esterno, cioè dispersione di calore da riscaldamento d’inverno e infiltrazione di aria calda ambientale in estate. Giusto?”.
Chiedo, da analfabeta funzionale”.
Vabbé. E cosa c’entra, in tutto questo, il 3,14 del titolo, ovvero il P greco che nella giornata di oggi, marzo (3) giorno 14, appunto, viene celebrato? C’entra, c’entra, perché è un numero infinito, cifre che si succedono senza fine, come i soldi da spendere che ora ci impongono ed estorcono, rei di desiderare noi un tetto sopra la testa che ci ripara dall’agente atmosferico, ma, lo abbiamo capito, non dall’agente di polizia (locale), quello che verrà a vedere quanti gradi abbiamo in casa, agendo di conseguenza se la gradazione non è come da libretta.
Non ci resta che contare fino a 3 virgola e poi tutti i numeri che seguono, all’infinito. Agevolo immagine.
Santa Piperita.

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