L’ortografia è libertà

Di Paolo Ceccato

La Lettera. Da “Totò, Peppino e la Malafemmina” (1956).
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Un articolo della rivista divulgativa Focus, rilanciato sui social, cita uno studio e mette alla berlina coloro che correggono gli altrui errori di ortografia, specialmente quelli che imperversano sui sopraddetti social. Persone che vengono definite introverse e con “una soglia di arousal – l’attivazione rispetto a stimoli cerebrali – più bassa”. Confesso che non conoscevo l’arousal. Insomma, i pedanti dell’ortografia non solo è gente di cui fidarsi poco, ma proprio socialmente pericolosi, tanto da essere anche definiti Grammar nazi, nazisti della grammatica. Nazisti.
Scrivere correttamente, rispettando le poche e basilari regole ortografiche, rischia dunque di essere fascista. Peccato, perché tra scrivere bene e correttamente una differenza c’è. Scrivere bene è probabilmente un talento, che certo si può migliorare con l’esercizio (e le letture); scrivere correttamente è un’altra cosa: è semplicemente imparare a rispettare alcune regole base, grammaticali in questo caso, così come si seguono le regole del codice della strada, quando si guida, o del rispetto verso le altre persone, quando si vive in una comunità. Regole che sono alla portata di tutti, anche se, ammettiamolo, molto più ostiche negli aspetti di approfondimento, essendo la grammatica stessa una materia complessa e viva, che si evolve nel tempo. Ma qual è si scrive senza apostrofo; i
modi della possibilità, del dubbio, dell’incertezza etc. vogliono il congiuntivo; e tante (ma non troppe) altre cose simili.
Perché le regole si infrangono non ignorandole bellatamente, perché così è solo vandalismo, ma conoscendole talmente bene da individuarne i limiti e superarli, e questa è creatività.
L’ortografia e la grammatica sono libertà, libertà di esprimersi con naturalezza e di creare uno stile nuovo, se ci si riesce. E noi che non ci riusciamo, che non siamo Dante o Joyce, almeno possiamo scrivere correttamente, questo sì, liberi da incertezze, dubbi ortografici e quant’altro ci impedisca di scrivere i nostri pensieri.
Altro che fascista. La democrazia inizia proprio dall’ortografia. Non a caso il Parlamento si chiama proprio Parlamento e qual è si scrive senza apostrofo.

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